Quasi centomila reclami e denunce ad otto mesi dall'entrata in vigore del GDPR

La Commissione UE ha reso noti i primi numeri relativi a reclami, segnalazioni e denunce per violazione del GDPR a circa otto mesi dall’entrata in vigore dello stesso nel maggio 2018.  Il numero, frutto del lavoro delle autorità nazionali preposte alla protezione dei dati, ha segnato una progressione a due fasi. In un primo periodo, da maggio a ottobre, sono state depositate da parte dei cittadini europei 60 mila istanze circa, il cui numero è andato stabilizzandosi per i successivi due mesi. Fino ad arrivare al secondo rally registrato tra dicembre e gennaio. In appena due mesi, il numero di reclami è cresciuto di altre 35 mila unità arrivando, nei giorni scorsi, a toccare quota 95.180 (di questi 4.704 provenivano dall’Italia).

il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, si dice fiero  “di avere le norme sulla protezione dei dati più rigorose e più moderne al mondo, che si stanno affermando come norma globale”. Aggiunge inoltre che uno dei principali obiettivi del regolamento generale sulla protezione dei dati è proprio quello di offrire un ruolo attivo alle persone, dando loro maggiore controllo su una delle risorse più preziose dell’economia moderna: i propri dati.

Le rilevazioni di Bruxelles riferite alle quasi centomila segnalazioni evidenziano come gli utenti si siano detti stanchi dei continui solleciti ricevuti dalle società di telemarketing, sia attraverso l’utilizzo di telefonare di carattere promozionale, sia per mezzo dello strumento dell’email. A queste si aggiungano le rimostranze per l’utilizzo di telecamere a circuito chiuso e sistemi di videosorveglianza che ledono il diritto alla privacy da parte delle persone.

Secondo le rilevazioni della Commissione europea, dal 25 maggio scorso a oggi sono state avviate 255 investigazioni a seguito di segnalazioni di privati o per iniziativa diretta delle autorità nazionali. E in alcuni casi le indagini si sono concluse con sanzioni eclatanti. Si va dai 50milioni di euro comminati a Google dall’Autorità Francese in materia di Privacy, il CNEIL, ai 20 mila euro a causa della violazione di sicurezza ai suoi database che ha messo a rischio la sicurezza di 808 mila account di posta elettronica e quasi 2 milioni di account del servizio, inflitti alla piattaforma di chat in lingua tedesca, Knuddels.de.

 

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